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martedì 9 ottobre 2007

METEORA (2003)


VOTO 3.5/5


LA MALINCONIA DIETRO LA RABBIA

Tre anni dopo l'esordio troviamo la rabbia creativa e vocale di CHESTER BENNIGTON più levigata, quasi come se aver portato in giro per concerti il primo disco sia stato come liberarsi da tutto il rancore che viveva in lui. Rancore che ancora c'è e che a sprazzi esce fuori, ma spesso viene mascherato da una malinconia più matura e forse più consapevole. METEORA segna la crescita del gruppo, anche se il peso sulle spalle del primo disco e la sua immediatezza che tanto lo avevano reso una novità da ricordare non è riuscito a perpetuarsi nel tempo. Una conseguenza ovvia, perchè col tempo si cresce e ciò che all'inizio è al top resta lì per molto tempo come indice di paragone che è davvero complicato raggiungere. I Linkin Park non sono riusciti ad arrivare in alto con la qualità, poichè stile e genere sono gli stessi, ma nei testi hanno scavato in una profondità più nascosta rispetto al semplice e rabbioso risentimento del primo album.


IL CD

Un breve INTRO che aumentando con il beat porta alla breve ma efficace DON'T STAY, che porta con sè dal primo album la rabbia di cui parlavo prima, ma poi SOMEWHERE I BELONG già mostra la piega che poi prenderanno i LP, con una base rock/pop e ritornello stra orecchiabile. LYING FROM YOU e HIT THE FLOOR lasciano spazio al rap di SHINODA, che aggiunge al beat movimentato un elemento in più: la grinta del flow e un duetto canto/parlato nei ritornelli, non proprio eccellenti.


EASIER TO RUN è la prima di quattro tracce che spiegano questo nuovo sentimento di tristezza e maturata angoscia che si espande grazie alla voce melodica e delicata di BENNIGTON, che non eccede mai in urli e strilli clamorosi ma che lascia una patina, un alone di amarezza. Le altre tre tracce che seguono questo stampo sono BREAKING THE HABIT, FROM THE INSIDE e NUMB, un singolo molto alla IN THE END ma ancora più pop del primo.


FAINT e FIGURE.09 sono strilla perdivoce e chitarre aggressive per gli ultimi spicchi di rabbia che il gruppo lascia ai fan, da godere più per questo che per una qualità che emerge nei pezzi, molto simili a ONE STEP CLOSER e BY MYSELF del disco d'esordio. NOBODY'S LISTENING è più uno spazio per il rapper SHINODA, ma mentre il suo flow e la sua metrica possono essere sufficienti e accettabili, il ritornello è decisamente da dimenticare, privo di originalità o passaggi memorabili.


Tutto sommato il primo lavoro è sempre il primo. Non mi stancherò mai di dirlo perchè è una verità che pochi riescono a confutare. Ciò non toglie che METEORA sia un buonissimo lavoro adatto ai fan dei LP di un tempo e preciso per chi ancora non si era convinto su di loro.

1 commento:

alessandra ha detto...

Per te sarà troppo pop, ma in questo album c'è una delle mie canzoni preferite di sempre: Numb! Io la adoro... per non parlare del video... intenso e ipnotico.
Bacio sorella.