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venerdì 26 ottobre 2007

UNPLUGGED (2005)


VOTO 5/5


UN BRIVIDO PERFETTO

Si sa che il marchio americano è quello della perfezione. Basta guardare lo sport, o anche una delle tante feste nazionali made in USA per capire come tutto deve essere studiato a puntino ed essere provato e riprovato finchè anche i capelli si muovano allo stesso modo della volta precedente. Anche in questo Unplugged di Mtv è tutto praticamente studiato e ripetuto a memoria, senza colpi di scena, vocalizzi improvvisati o microfoni spenti al momento sbagliato. Potrebbe andare a stufo un live così, ma quando c'è in primo piano qualcosa che già per conto suo rende tutto magico il resto passa in secondo piano e non rende questa magia pesante. Questo qualcosa è la voce di Alicia Keys, passionale, precisa, potente... praticamente perfetta.


IL CD

Citare tutti i pezzi sarebbe noioso e toglierebbe il brivido regalato al primo ascolto dell'album, che si apre con una preghiera cantata e subito con il ritmo di KARMA e HURT BURNIN, accorciate e riarrangiate per l'occasione. Non c'è niente fuori posto e tutto è splendido mentre la Keys intona A WOMAN'S WORTH come se fosse la prima volta e con il coro che è sempre puntuale e in assoluta armonia e fintamente improvvisato in alcuni momenti. Il nuovo pezzo UNBREAKABLE come STOLEN MOMENTS non è niente di stratosferico, ma sempre coinvolgente. Il massimo comincia con la cover HOW COME YOU DON'T CALL ME rivisitata e decisamente più accattivante rispetto a quella registrata per l'album d'esordio. La potenza e la passionalità hanno secondo me il suo apice con IF I WAS YOUR WOMAN, in questa versione soft che poi si apre alla fine che riesce a spiegare perchè certe cantanti possono solo essere apprezzate e ammirate dal vivo, cioè quando tutto è immediato. Ancora melodia con IF I AIN'T GOT YOU, pezzo amato dalla Keys e che a detta sua non riesce mai a stancarsi a cantarlo ogni volta.

Una piccola "pausa artistica" con una cover e un pezzo recitato tratto dal libro della Keys con sottofondo molto suggestivo, per poi tornare ai grandi livelli grazie alla canzone WILD HORSES dei Rolling Stones e il duetto con ADAM LEVINE, prima collaborazione del live. Davvero due voci talmente armoniose ma allo stesso tempo malinconiche per una poesia scritta da Mik Jagger e Keith Richard da riuscire a esaltare in tutto il suo splendore dialettico e musicale un'ennesima perfetta rivisitazione della versione originale tutta chitarra e voce. Pezzo commovente e di livello superlativo, grazie anche a Levine. Dopo di nuovo una hit, DIARY, che ancora si rinnova dalla versione del disco anche grazie alla splendida voce dell'unico corista uomo a disposizione della Keys che regala un finale emozionante, in acuti passionali e molto molto black. YOU DON'T KNOW MY NAME segue quasi fedelmente il pezzo registrato e poi FALLIN', che accenna al gospel sia all'inizio che alla fine, ma soprattutto l'intro trasporta tutti alla strofa e ritornello, ancora più accentuati nei vocalizzi estremi e poi un bridge assolutamente PERFETTO, che regala l'ultimo grande brivido.

Per me poteva concludersi tutto così, ma ci sono ancora due pezzi in medley che vedono la partecipazione di COMMON, DAMIAN MARLEY E MOS DEF che rendono forse tutto un po' caciarone rispetto alla classica linea degli Unplugged, ma come non si fa a perdonare questo piccolo neo ad un live così. E' tutto così perfetto e studiato a memoria che pensarci potrebbe togliere l'entusiasmo che l'album ti regala, ma poi pensi che è impossibile che anche la Keys e i suoi coristi non si emozionino quando si sentono così, come fossero un'unica cosa con la musica. Quella vera.

ECCO LA MAGIA DI WILD HORSES FEAT. ADAM LEVINE

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